Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 05/02/2013 @ 00:00:01, in dBlog, linkato 1516 volte)
{autore=ricciardi giovanni} L’artista deve essere libero di poter seguire la strada del proprio operato artistico, dell’opera singola, che si spiana, si ramifica naturalmente e autonomamente. L’artista deve essere sempre rintracciabile dal suo spirito che opera, che chiama e detta legge. Il talento si scontra così con la difficoltà di organizzare un lavoro serio e continuo e le strade dell’opera diventano contaminate da momenti mancati, da mancanti e adeguati affondi.
L’arte vuole tutto per se, pena l’abbozzo, l’approssimazione, l’aborto.
L’artista deve seguire la propria ricerca artistica con cura, con minuzia e lucidità.
L’arte non permette di fare altrimenti.
Giovanni Ricciardi
(post originale: http://gricciardi.wordpress.com)
GIOVANNI RICCIARDI
"Vroom vroom"
Olio su tela 120 x 100 cm
{autore=turpin de crisse}
1. INTRODUZIONE. Lancelot Theodore Turpin de Crissé (Parigi, 1782-1859), scrittore, litografo e pittore compì tre viaggi di studio in Italia nel 1808, 1818 e nel 1824. Le opere frutto dei primi due viaggi furono esposte al " Salon" di Parigi nel 1809 e nel 1819; mentre, quello del 1824, una volta completate le sue impressioni di viaggio e arricchiti i suoi album di disegni, lo portò alla pubblicazione dei " Souvenir…", in cui descrive e illustra la città di Napoli, i suoi dintorni e le sue isole, dando la preferenza a luoghi, monumenti e paesaggi poco noti o dimenticati.
2. PROSPETTO DELL'OPERA (IN ITALIANO). [ Testo originale I parte] Scrivere di nuovo sull’Italia, e offrire al pubblico una gamma completa di paesaggi e monumenti; descrivere i luoghi di molti viaggi, luoghi tante volte esplorati; confutare gli errori di alcuni geologi, combattere gli antiquari, criticare gli architetti, probabilmente sembra una grande audacia quella di un autore che non poteva giustificare il loro business essendo venuto in contatto col sapere più raro e il gusto più fine.
È un progetto meno ambizioso e più facile; un compito che l'autore crede di poter svolgere senza troppa presunzione. Limitando le sue analisi al Golfo di Napoli, dopo aver fedelmente riportato alcuni dei luoghi più suggestivi di questo ricco paese, cerca di rendere le proprie impressioni, descrivendo quello che ha visto, semplicemente, e nel linguaggio figurativo del Paesaggio.
Il desiderio di incoraggiare l’incisione in Francia, formando giovani artisti, e di combattere il predominio, fino ad oggi, degli inglesi nell’incisione del paesaggio, è stato l'obiettivo di questa azienda. Se alcune tavole di questa collezione non raggiungono l'armonia, la dolcezza di lavori analoghi eseguiti in Inghilterra, si riconoscerà almeno una definizione del disegno, una fermezza di tocco, una realtà di fatto, e si può attribuire a quella ingenuità che non troviamo nelle composizioni romantiche e nei piacevoli accorgimenti dei paesaggi inglesi.
[Testo originale II parte] Il libro, inciso all’acquaforte e bulino, verrà stampato nel formato in-folio piccolo, e sarà composto da trentasei lastre di ventuno per venticinque cm, precedute da un frontespizio e due cartine, più dieci vignette poste alla fine di ogni capitolo. Le vedute saranno accompagnate da un testo descrittivo diviso in dieci fascicoli con cadenza mensile dal 1 ° novembre 1828. Per garantire questa regolarità, troppo spesso promessa agli abbonati, e raramente mantenuta, è stata stabilita la realizzazione di tutte le incisioni, così come la stampa di tutta la pubblicazione, prima della diffusione e della consegna; la Raccolta sarà completa quando sarà disponibile il primo numero, e ogni Sottoscrittore può scegliere di acquisire l'intera opera o ritirare mensilmente il proprio fascicolo.
La maggior parte delle tavole è già completata, e le prime prove si possono vedere oggi stesso da Mr. Chaillou-Potrelle, Stampatore; l'indice finale degli argomenti e il numero di tavole con la loro ripartizione per la consegna, il nome degli incisori alle dipendenze del Conte Turpin de Crisse, si è fatto tutto per soddisfare e tutelare i Sottoscrittori e tenere il progetto lontano da tutto ciò che potrebbe apparire come ciarlataneria, o semplicemente interesse personale.
3. PROSPETTO (IN LINGUA ORIGINALE). Essayer d'écrire de nouveau sur l'Italie, et d'offrir au public une suite complète de ses paysages ou de ses monuments; décrire des lieux tant de fois parcourus, tant de fois explorés; réfuter les erreurs de certains géologistes, combattre des antiquaires, criti-quer des architectes, paraìtrait sans doute une grande témérité de la part d'un auteur qui ne pourrait justifier son entreprise par la réunion du savoir le plus rare et du goût le plus judicieu. Il est un cadre moins ambitieux et plus facile à remplir; il est une tache dont l'auteur de ces essais a cru pouvoir s'acquitter sans trop de présomption. En bornant ses courses autour du Golfe de Naples, après avoir fidèlement copié quelques uns des sites les plus pittoresques de ce riche pays, il a essayé de rendre ses impres-sions; il a raconté ce qu'il a vu, simplement, et dans la langue du Paysagiste. Le désir d'encourager en France la gravure au burin, en y for-mant de jeunes artistes, et celui de lutter avec les Anglais, si supérieurs à nous, jusqu'à présent, dans la gravure du paysage, ont été le but de cette entreprise, qui n'a rien de commercial ou d'industriel. Si quelques unes des planches, dont se compose ce recueil, n'atteignent pas à l'harmonie, à la suavité des ouvrages du même genre exécutés en Angleterre, on y reconnaìtra du moins une correction de dessinai, une fermeté de touche, une vérité d'effet, et pour ainsi dire une ingénuité locale, qui ne sauraient se trouver dans les compositions romantiques, et les agréables supercheries des paysagistes anglais.
L'ouvrage que l'on annonce, gravé à l'eau forte et au burin, sera imprimé sur quart de colombier, format petit in-folio, et se com-posera de trente-six planches de cinq et de sept pouces, précedées d'un frontispice et de deux cartes, plus dix vignettes ou culs-de--lampes placés à la fin de chaque promenade. Cette suite de vues sera accompagnée d'un texte divisé en dix livraisons, qui paraìtront régulièrement de mois en mois, à dater du 1 novembre 1828. Pour assurer cette régularité, trop souvent promise aux Souscrip-teurs, et bien rarement obtenue, on s'est déterminé à faire achever la gravure entière des planches ainsi que l'impression et le tirage, avant la publication de la primere livraison; la Collection sera done co-mplète lorsque le premier cahier paraìtra, et chaque Souscripteur pourra à son choix la prendre entière, ou la retirer par livraison de mois en mois. Déja la plus grande partie des planches est achevée, et les pre-mières épreuves peuvent se voir dès aujourd'hui chez M. Chaillou--Potrelle, M d'Estampes; enfin, la notice ci-jointe indiquant les sujets et les numéros des planches, avec leur répartition par liv-raisons, et le nom des graveurs employés par 1e Conte Turpin, on croit avoir pris tous les moyens de satisfaire les Sonscripteurs, et s'ètre completèment –éloigné de tout ce qui peut ressembler à du charlatanisme, ou simplement à du calcul personnel.
4. SCHEDA BIOGRAFICA. Lancelot-Théodore Turpin de Crissé nasce a Parigi il 6 luglio 1782 da una distinta famiglia di militari ed eredita dal padre l'amore per la pittura e per il collezionismo. Nel 1806 partecipa per la prima volta al Salon di Parigi esponendo un Addio di René, soggetto romantico tratto dal romanzo di Chateaubriand, ed una Veduta del Tempio di Minerva ad Atene, andata poi dispersa. Ben accolto alla corte di Napoleone diviene nel 1809 ciambellano dell'imperatrice Giuseppina al cui seguito, nel 1810, si recherà in Svizzera ed in Savoia. Da questi viaggi ritorna con un album di 33 disegni a seppia che rivelano una deliziosa sensibilità verso la natura. I suoi paesaggi furono da subito molto apprezzati e spesso acquistati dalla stessa Imperatrice. Nel 1816 è eletto socio dell'Académie des Beaux-Arts e successivamente membro della commissione per le belle arti e del Conseil des Musées. Nei successivi viaggi in Svizzera, nel 1816, e poi due volte in Italia, nel 1818 e nel 1824, si dedica completamente allo studio del paesaggio e dell'antichità, rivelando anche un particolare interesse verso il valore estetico degli oggetti antichi. Nel 1818 conosce Ingres a Roma, che gli fa un ritratto a matita e con lui, nel 1825, progetta la preparazione dell'album per l'incoronazione di Carlo X, mai realizzato a causa della rivoluzione del 1830. Da questa data riprende a dipingere ed espone regolarmente fino al 1835 paesaggi e vedute architettoniche al Salon di Parigi. Le sue opere rivelano una grande padronanza nel disegno, che si raffinò sempre più durante i suoi viaggi in Italia, Svizzera ed Inghilterra. I suoi disegni sono classici e mostrano l'influenza del romanticismo nell'uso della luce, mentre le litografie sono più libere nello stile e ricche di dettagli pittoreschi. Nel 1828 pubblicò i Souvenirs du Golfe de Naples, raccolta di 47 disegni eseguiti durante i viaggi in Italia nel 1808, 1818 e 1824 e incisi da diversi litografi. Dopo il 1835 si dedicò completamente alla sua ricca collezione, che lasciò, alla sua morte avvenuta a Parigi nel 1859, alla città di Angers. (P.R.)
Chateaubriand scrisse un epigrafe per il libro:
"Un momento è sufficiente al pittore di paesaggi per abbozzare un albero, immortalare una veduta, disegnare un rudere, ma gli anni interi sono troppo brevi per studiare i costumi degli uomini e approfondire le scienze e le arti "
(Chateaubriand)
Di Admin (del 23/01/2013 @ 11:12:01, in dBlog, linkato 2027 volte)
Titolo: Caravaggio tra arte e scienza Libro a cura di Vincenzo Pacelli e Gianluca Forgione. Editore: Paparo Edizioni, Pozzuoli, 2012. Note: cartonato; pagine 494; illustrazioni e tavole in bianco e nero e a colori; formato 24x28,5 cm; prezzo di copertina: 120 euro.
Il volume è il risultato di una lettura comparata, di carattere storico-artistico e medico-scientifico, inedita nella sua forma monografica interdisciplinare, della produzione artistica del Caravaggio. L'opera si avvale dell'esperienza di medici, restauratori, studiosi ed operatori della diagnostica, musicologi, filosofi e storici dell'arte. Attraverso l'indagine oggettiva dei singoli contributi, emerge nella sua chiarezza la complessa personalità del Michelangelo Merisi da Caravaggio, il suo credo naturalistico così irriducibile anche al cospetto della tragedia della morte e della malattia, il profondo legame che egli stabilì con la cultura e la scienza del tempo, talvolta anticipandone rispettivamente sensibilità e risultati. Un'ampia sezione di apparati, relativi al catalogo dei dipinti e al regesto dei documenti, delle fonti e della principale bibliografia sull'artista ricostruisce nella sua interezza la vicenda umana, storica e artistica di Caravaggio, padre fondatore dell'arte moderna. SCHEDA BIOGRAFICA DELL'AUTORE:
VINCENZO PACELLI (San Salvatore Telesino, Benevento, 1939) è Professore Ordinario di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università Federico II di Napoli. I suoi studi hanno riguardato in particolare la civiltà artistica meridionale tra Sei e Settecentesco, con saggi e contributi monografici, in special modo sulla pittura napoletana del XVII e XVIII secolo, apparsi sulle maggiori riviste specialistiche italiane e straniere, tra cui “Ricerche sul ‘600 napoletano”, “Paragone”, “Napoli Nobilissima”, “Prospettiva”, “The Burlington Magazine”. Ha preso parte a numerosi convegni scientifici: più recentemente, sull’ultimo tempo di Michelangelo Merisi da Caravaggio (Napoli, 2004); dal 2006 sull’iconografia dei santi martiri della cristianità nelle giornate di studio organizzate dalla Curia di Salerno (Ravello, 2006-2010); con un intervento sui caravaggeschi napoletani al convegno alla Fondazione Ermitage (Ferrara, 2010); sull’attività del pittore Francesco Celebrano in Palazzo Sansevero al convegno su Raimondo di Sangro Principe di San Severo (Napoli, 2010); sui rapporti tra Pacecco de Rosa e Francesco Guarini in occasione del Convegno “Dialogando con Francesco Guarini” (Salerno-Solofra 2011). È redattore e membro fondatore della rivista “Studi di Storia dell’Arte”, quest’anno al suo ventiduesimo anno di attività. È stato membro della Commissione Edilizia di Torre del Greco (fino al 2010), della Commissione giudicatrice per il Premio alle migliori opere, aventi per tema le Georgiche di Virgilio, realizzate dagli allievi dell’Accademia delle Belle Arti (Napoli, 2010) e della Commissione di valutazione del Concorso per Professore Associato bandito dall’Università Roma Tre (2010). Ha studiato a lungo la personalità e le opere di Michelangelo Merisi da Caravaggio, sul quale ha in lavorazione un volume monografico dal titolo “Michelangelo Merisi tra Arte e Scienza” (pubblicazione prevista per maggio 2012, Paparo edizioni). Le sue ricerche hanno riguardato in particolare l’ultimo periodo e la produzione estrema, che è anche la più intensa e drammatica, del grande maestro lombardo, a partire dalla sua fuga a Napoli nel 1606, fino alle sue peregrinazioni tra Malta, la Sicilia e nuovamente Napoli (“Le Sette Opere di Misericordia”, Salerno 1984; “L’ultimo Caravaggio”, Ediart, edizioni del 1994, 1995, 2002). Nel corso delle ricerche sistematicamente condotte all’Archivio Doria-d’Angri, insieme al collega Giorgio Fulco, e a seguito di importanti ritrovamenti documentari (1980), è stato possibile ascrivere con certezza al Caravaggio il Martirio di sant’Orsola, l’ultima commissione assolta dal pittore prima della morte, richiesta dal principe genovese Marcantonio Doria. Vincenzo Pacelli si è occupato a lungo e ha condotto studi monografici su importanti personalità della pittura napoletana del Seicento, come Carlo Sellitto, partecipando alla prima mostra monografica sul pittore nel 1977, Battistello Caracciolo, Louis Finson, Filippo Vitale, Bernardo Cavallino, Francesco Guarini, Luca Giordano, Francesco Solimena Le ricerche degli ultimi anni hanno riguardato l’attività artistica di Giovan Francesco de Rosa detto Pacecco de Rosa (confluite nel volume monografico edito nel 2008 dalla Paparo Edizioni), Andrea Vaccaro (Ediart 2009), Salvator Rosa (Ediart 2010) Giovan Battista Beinaschi (Budai editori 2010), Jusepe de Ribera (Paparo 2011) e Caravaggio (Caravaggio tra arte e scienza. 2012 Paparo Edizioni).
Di Admin (del 08/01/2013 @ 10:46:00, in dBlog, linkato 1783 volte)
Le Jardin (Il Giardino), olio su tela del pittore francese Henri Matisse (1869-1954), rubato 25 anni fa dal Museo d'Arte Moderna di Stoccolma, è stato ritrovato a Londra da uno specialista del recupero di opere d'arte rubate, come annunciato dalla BBC.
L'opera impressionista, che raffigura un giardino con fiori bianchi in primo piano, con una statua di marmo e un edificio tra gli alberi sullo sfondo, ha un valore stimato intorno al milione di dollari e scomparve a Stoccolma l'11 maggio del 1987. Il valore del pezzo rendeva improbabile, secondo l'allora direttore del museo svedese, la vendita sul mercato tradizionale, focalizzando la ricerca sin dall'inizio, sui trafficanti di opere d'arte.
Poche settimane fa, la registrazione sull'Art Loss Register, che archivia tutta l'arte rubata a livello internazionale, ha fatto individuare una pista molto concreta per il ritrovamento del dipinto.
Il Registro ha rilevato un contatto continuato sul proprio catalogo on-line da parte di un utente inglese di Essex, tale Charles Roberts, che era interessato alla descrizione del lavoro scomparso di Matisse.
Roberts, mercante d'arte, era in procinto di acquistare per affare l'opera e voleva vedere se il quadro era effettivamente quello rubato in Svezia venticinque anni prima. Dopo aver verificato che era il Matisse rubato, il direttore della Art Loss Register, Christopher Marinello, ha negoziato il recupero del dipinto, che nei prossimi giorni, verrà ricollocato al Museo d'Arte Moderna di Stoccolma.
La BBC non ha riferito circa i dettagli su come si è negoziato il ritorno del dipinto o chi era in possesso dell'opera stessa. "Le opere d'arte rubate non hanno alcun valore reale nel mercato e finiscono sempre per tornare... E' solo una questione di tempo ", ha detto Marinello, che ha escluso il pagamento del riscatto per il recupero della tela di uno dei maggiori artisti del XX secolo.
La mostra ricostruisce una delle più felici esperienze artistiche della pittura di paesaggio napoletano dell'Ottocento. L'esposizione intende offrire all'attenzione del grande pubblico il sodalizio che nasce a Resina nel 1866 e che si affianca all'altro grande movimento della "Scuola di Posillipo". I protagonisti, Marco de Gregorio, Federico Rossano, Giuseppe de Nittis e il toscano Adriano Cecioni intendono scrutare il paesaggio, rigorosamente dal vero, facendo emergere la dimensione del nostro immenso territorio rurale, con la ricchezza o la miseria dei suoi borghi e delle contrade, puntando l'osservazione sulle attività della vita quotidiana fatta di abitudini e costumi, osservando piccoli centri e isolati sobborghi ma anche comunità attive nelle vicinanze del mare. La mostra è posta all'interno del percorso di visita al Pio Monte della Misericordia, con la Chiesa e l'appartamento storico della Quadreria, che custodisce una delle più importanti raccolte private italiane aperte al pubblico, con capolavori di Caravaggio, Battistello, Giordano, De Mura, Ribera, Stanzione e altre opere dal Cinquecento all'Ottocento. Visite guidate gratuite su prenotazione obbligatoria il 24, 25, 26, dicembre 2012 e 6 gennaio 2013 Orari di apertura: tutti i giorni, ore 9.00 - 14.00 (mercoledì chiuso) Aperture straordinarie: 24, 25, 26, 31 dicembre 2012, 1 gennaio (ore 11-17) e 6 gennaio 2013. Per info e prenotazioni: www.piomontedellamisericordia.itsegreteria@piomontedellamisericordia.itVia dei Tribunali, 253 - Napoli tel. 0039 (0)81 44 69 44 / 73 - fax 0039 (0)81445517 fonte: www.comune.napoli.it
Di Admin (del 21/12/2012 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 3410 volte)
{autore=gigante achille}
Achille Francesco Paolo Gigante ( Napoli, 1823 - 1846). Questo artista, purtroppo dalla vita molto breve, mori ad appena 23 anni. Terzogenito dopo Giacinto e Ercole nacque da Gaetano Gigante e da Maria Fatati. Si avviò alla pittura sotto la guida del fratello Giacinto che già sperimentava i nuovi modi di dipingere che consolidarono la nascente " Scuola di Posillipo".
"Gaeta" china su carta 15,5 x 28 cm del 1844. Firmata e datata in basso a sinistra "Achille Gigante 1844". Con cornice antica
Sicuro della tecnica del disegno e dell' incisione si dedicò ampiamente sia all' acquaforte che alla litografia, qualificandosi tra i migliori disegnatori in campo nazionale. Il suo stile, per quanto vicino a quello del più famoso fratello Giacinto è molto più illustrativo e rifinito con un tratto di disegno morbido e sottilissimo che dà risalto anche al minimo dettaglio; le sue tematiche sono quelle ricorrenti nella Scuola di Posillipo, vedute della costiera amalfitana, della zona Flegrea e dei luoghi limitrofi alla città di Napoli. Amico del pittore Achille Vianelli, collaborarono per illustrare i volumi editi da Francesco Alvino, guide illustrate ad uso dei viaggiatori: Due giorni a Capri del 1838; La penisola di Sorrento del 1842 e Viaggio da Napoli a Castellammare edito nel 1845, per quest'ultimo il Gigante esegui 42 incisioni e che fu ereditato incompiuto da Achille Vianelli. Eseguì le illustrazioni per i volumi de, il Regno di Napoli. La maggior parte della sua opera è costituita dai disegni conservati nelle collezioni Ferrara Dentice ed Astarita, rispettivamente presso il Museo San Martino e Capodimonte a Napoli. Roberto Rinaldi ( Pittori a Napoli nell’Ottocento)
GEPA GROUP Scarl e il Comune di Portici presentano tre interessanti mostre in un percorso museale al piano nobile di Villa Mascolo a Portici, via Scalea, 32. La Villa sarà aperta la mattina dalle ore 10 alle ore 13 fino al 31 dicembre 2012 e l'accesso è libero.
Da collezioni private provengono le quattro bellissime tele inedite di Luca Giordano che aprono la mostra presentata dal prof. Vincenzo Pacelli: " I quattro dipinti presentati in questa mostra, le due Storie di Amore e Psiche, dalle Metamorfosi di Ovidio, la deliziosa Annunciata di cui vorremmo trovare il pendant con l’angelo annunciante, e l’Autoritratto in veste di Democrito possono considerarsi, per genere, un piccolo saggio monografico della maturità di Luca Giordano. Le tre opere di più piccolo formato possiamo cronologicamente collocarle al momento degli affreschi Medici Riccardi, in cui Giordano mostra ancora quella forte ascendenza cortonesca, sia nella ariosità della composizione, che nei colori chiari e luminosi; mentre ugualmente alla maturità dell’artista va riconsegnato questo suo Autoritratto, per nulla ironico, ma che si rifà alla grande affermazione che sia la scienza che la filosofia riscossero nell’arte secentesca".
Splendide ed imponenti le due opere con i relativi studi e cartoni preparatori presentate da Vincenzo Sorrentino docente del corso di Teoria e Tecnica dell'Affresco all'Accademia di Brera: "[...] egli non è un pittore nell’accezione comune, ma anche un frescante, ovvero colui che nel nostro tempo, quasi incredibilmente, riesce, come pochi altri, a trovare l’energia, l’impegno intellettuale, la capacità tecnica e manuale per recuperare la più antica e nobile tecnica artistica della storia della pittura. Sorrentino riesce a fare tutto questo, a portare l’arte ancora ad un grado di sperimentalismo di grande interesse, grazie allo stretto contatto con i suoi allievi dell’Accademia, potenziali depositari e continuatori di questa preziosa eredità" (V. Pacelli) La terza mostra della Scuola di Grafica d'Arte all'Accademia di Belle Arti di Napoli, ci permette di dare uno sguardo alla generazione futura di artisti napoletani che hanno riproposto la tecnica dell'incisione nelle sue diverse sfumature e personalizzazioni. Gli allievi partecipanti alla mostra sono: Sergio Totaro, Maria di Sena, Rosaria Scotto, Antonio D'Agostino, Iolanda Belvedere, Francesco Giordano, Biagio Franco, Loreta Azzelini, Paolo Aiello, Luca Nocerino, Roberta Ranieri, Giusy Sellitto, Angela Buccino, Berta De Maria, Alinerosa Marra, Angelo Pisano, Annalisa De Feo, Andrea Matarazzo, Daniele Ferrandino, Francesco D'Amore, Francesco Violano, Fulvio Bennato, Luigi Massa, Genny Conte, Noemi Frezza, Maria Tirotta, Marco Tammaro, Giacomo Sorrentino, Rita Tomasulo, Rosaria Scotto, Antonio Sposito, Adelaide Rosati, Chiara Romeo, Carmela Martello, Stefania Di Caro, Chiara Faella, Costanza Fraia, Leandra Di Meo, Luca Migliozzi, Leonardo Zhao Jiawei, Mariacarmela Cafaro, Lara Oliva, Massimo Ciancio, Sonia Gianpaolo, Luciano Gaudino, Sabina Maresca, Valentina Patete, Vlad Mircea Marchese, Margherita Ruscigno, Gabriella Granito, France Pannone, Zhou Haorn, Sara D'Amore, Salvatore Naddeo, Vincenzo Mirra, Antonio Matarazzo, Martina Lubrano Lavadera, Francesco Russo, Fabrizio Palumbo, Ferdinando Catapano, Annalisa Torelli, Sara Martinelli, Serena Lombardo. Inoltre, l'Accademia di Napoli espone quattro bellissime riproduzioni di abiti del Settecento napoletano e alcuni festoni preparati dagli allievi del corso di Scenografia. I cataloghi sono stati curati da Stefano De Marco. Per visite guidate sia per la Mostra che per il complesso Monumentale di Villa Mascolo telefonare allo 081.7862529 oppure alla Dott.ssa Manuela Biondi 3383267787
Di Admin (del 08/12/2012 @ 14:00:01, in dBlog, linkato 1931 volte)
Di Admin (del 03/12/2012 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 2164 volte)
{autore=carignani roberto} ROBERTO CARIGNANI
Napoli, 1894 – 1975
Eccoci al cospetto di un pittore che ha fatto propria l'antica esperienza di illustri maestri: pensiamo alla Scuola napoletana e ci vengono in mente artisti contemporanei come Eduardo Amato o Alfonso Grassi, i quali conoscono il segreto del cangiante colore e quindi la segreta, possibile mescola per dominarlo; pratica non facile per mettere insieme colori diversi e della cui mescolanza, l'artista trae effetti che sono suoi propri, diciamo di una tavolozza personale, la quale può farci esclamare: 'Questo è il colore di un Tiziano o di un Caravaggio', inconfondibili come quelli per l'appunto, della contemporanea Scuola napoletana. ( G. Nocentini)
{autore=grassi alfonso} Lo spettatore che si trovi di fronte alle opere del Grassi non può non essere suggestionato dalla robustezza dell’impianto compositivo e dalla efficace modulazione cromatica, da quel calore pieno ed intenso che l’ artista ha saputo strappare ai dardi infuocati del sole della radiosa Salerno. ( Santo Longo)
Alfonso Grassi ha studiato all' Accademia di Belle Arti di Napoli ove è stato allievo di Carlo Silviero, Emilio Notte e Vincenzo Caprile. All'età di diciannove anni dipinse il suo primo quadro con olio di cucina: una composizione con più figure che è ancora di proprietà della famiglia. Chiamato alle armi, partì per il fronte francese ed in seguito per l' Albania e la Grecia, dove restò ferito ad un braccio. Pochi altri pittori possono vantare, come lui, tanti premi vinti e tante mostre collettive e personali. Nel 1982 vinse il premio Europeo di pittura "Lorenzo il Magnifico". Allievo prediletto di Giorgio de Chirico e amico di Pietro Annigoni e di Gregorio Sciltian. Ritrattista ufficiale di Papa Paolo Giovanni II, di Giorgio de Chirico, di Sandro Pertini, di Giulio Andreotti, del principe di Torlonia, del Cardinale di Napoli S.E. Michele Giordano e dell'Arcivescovo di Salerno Guerino Grimaldi. Tesserino di riconoscimento pittorico per i vecchi, ma dipinse anche paesaggi, nature morte ed animali. E' stato forse l'unico pittore del XX sec. che ha dipinto fino alla fine della sua vita a "lume di candela", lavorando a tutte le ore del giorno. Ha frequentato musei e studiato la pittura del passato. Pochi come lui sono conoscitori della pittura del Caravaggio e del Guarini, di Van Gogh e di de Chirico. Appassionato ricercatore della buona materia pittorica, è diventato negli anni un autentico alchimista del colore, un preparatore di tele scrupoloso ed esigente fino alla paranoia. Arguto, di un umorismo tipicamente meridionale, racchiuse nel suo carattere la spontaneità napoletana e la decisione tipica della gente irpina.
ALFONSO GRASSI, UN VERO PITTORE
In un'epoca come la nostra in cui la maggior parte dei pittori neglige o, piuttosto ha completamente dimenticato cos'è la forma, cos'è il volume, cosa sono tutte quelle qualità che danno vita ad una pittura, cosa sono tutti quei valori che creano lo spettacolo sulla tela e fanno si che una figura umana, un oggetto, un animale, un albero o una pianta non sono vaghi ed indefiniti fantasmi, spesso sgradevolmente deformati, piatti ed appiccicati l'uno all'altro come sardine nella scatola, in un'epoca come la nostra, dico, è una vera soddisfazione ed un riposo per coloro che realmente capiscono la pittura e non si lasciano influenzare dalle cosiddette «tendenze» e dai vari «ismi» creati e divulgati per confondere le idee alla gente e vendere fumo agli ingenui, è un vero riposo ed una vera soddisfazione, ripeto! guardare i quadri di Alfonso Grassi. Alfonso Grassi è un pittore serio, che lavora con coscienza ed impegno, che affronta di petto le difficoltà. Studia attentamente la forma ed il chiaroscuro; studia il disegno, lo spazio tra una figura e l'altra, fra un oggetto e l'altro, fra una forma e l'altra. Seguendo ed interessandosi alla sua opera si sostiene e si incoraggia un vero pittore. ( Giogio De Chirico)
|
|