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Gisela Robert, libertà di gesto e colore

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Gisela Robert (Wuppertal, 1943) si è formata alla scuola di ceramica di Landshut e all’Accademia di Belle Arti di Koln. Dopo aver girato l’Europa, si stabilisce prima a Roma e poi a Napoli. Dagli anni ’80 intensifica la sua attività espositiva in Italia e all’estero. Nel 1984 entra a far parte del Bund Bildender Kunstler di Monaco. Nel 2014 ha esposto in una personale al DAMA (Daphne Museum of Art) di Capua.

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Gisela Robert, carta 35 x 50 cm

Segni reali e simbolici

(…) Ma Gisela Robert ama soprattutto coniugare i tempi della sua pittura assecondando il sound delle risonanze interne e le scansioni dei segni liberamente scelti nel groviglio dell’esserci e della pubblicistica urbana, per cui una città “rischiosa” come Napoli le offre paradossalmente un infinito, labirintico patrimonio di segni reali e simbolici. Apertosi all’assunzione di linguaggi contemporanei con la stessa inventività e genuinità che prima si è manifestata come libertà di elaborazione, Gisela Robert ha trovato nella cultura mediterranea una differente energia che si traduce nell’attenuazione dell’antico contrasto tra la genuina natura nordica e la naturale inclinazione alla forma dei pittori meridionali.

Arcangelo Izzo

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Gisela Robert, carta 35 x 50 cm

Un cromatismo d’emozioni

(…) Il nucleo fondamentale del lavoro di questa pittrice lo possiamo identificare in una indagine sulla natura dell’autenticità e sulla sua capacità di esprimersi solo per rapidi lampi e per fuggevoli segnali. Nelle opere della Robert, infatti, le orme cromatiche si sovrappongono le une alle altre e tendono quasi a cancellarsi a vicenda, ma nella vorace densità pittorica che divora le tele, si aprono all’improvviso dei varchi che spezzano le campiture e, in queste zone, emerge come un’onda veloce la gestualità delle pennellate e degli sprazzi di colore. (…)

Carlo Grassi

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Gisela Robert, carta 35 x 50 cm

Espressionismo Mediterraneo

(…) Poiché, voglio dire, che il suo è certamente un caso di congeniale rispondenza, per sensibilità e temperature espressive, con la cultura e la realtà in cui si è trapiantata. Un caso perciò di migrazione riuscita, proprio sul terreno delle rispondenze rivissute in pittura. Si può dire, infatti, che per assiduità di lavoro, per vivacità di ricerca, la Robert ha trapiantato la propria indole d’origine, le radici, ossia, formative di pittura espressionistica, di costruzione densa e venata da corpus e luci nordiche, sul tessuto di una pittura luminosa e animata da trasporti mediterranei. Questa fusione sensibile, questo fondersi di atmosfere psicologiche è divenuto l’amalgama del suo darsi espressivo. Essa si dispone come un pulsare vitale e generante all’interno del suo orientare la pittura per tracce veloci e gestuali.

Luigi Paolo Finizio

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Gisela Robert, carta 35 x 50 cm

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