Nell’esporre alcune nostre opere del maestro Gennaro Villani, mi piace riportare una presentazione del collega e amico Francesco Cangiullo, il grande futurista napoletano, e un breve passaggio del giornalista e critico Pietro Montella in occasione di due mostre personali dell’artista.
“Io non amo le prefazioni. L’opera d’arte si presenti da sé. I «non addetti al lavoro» non entrino. Ma quando si tratta di dare un giudizio degno di fede, su di un artista o di un’opera che stimo, lo faccio ben volentieri; tanto più che è cosa difficilissima. Solo gl’incoscienti e i non addetti al lavoro sogliono aprir bocca in proposito, con la disinvoltura del paglietta e del ciarlatano.
Baudelaire dice che per giudicare la pittura occorre per lo meno aver dimestichezza con i ferri del mestiere. E chi scrive gode di tale familiarità; onde afferma che Gennaro Villani è uno dei pochi pittori veraci che abbia l’Italia, uno di quelli che rappresentarono degnamente il paese alle non facili esposizioni internazionali di S. Francisco, Monaco, Barcellona, Venezia, Bruxelles, del «Salon» ecc.
Villani è il paesista per eccellenza; e sente e tratta la figura come elemento paesistico, vale a dire che per lui la figura non esiste se non ambientata. Infatti, Umberto Boccioni afferma: una figura non esiste fuori del suo ambiente.
La forza del Villani consiste nel dare all’opera volume e colore, cose quasi impossibili a stare assieme, poiché poche volte non si distrussero a vicenda; e il colore, sempre atmosferico, non avrà mai la sua «pura» volgarità. Né il nostro artista ammette la dosa; né regola la luce nello studio: non ha studio. Il paesaggio cambia ogni cinque minuti ed egli lo ama e lo coglie nella sua sintesi atmosferica.
L’Arte è sintesi.
Figure che camminano, cavalli che trottano, vele che vanno, automobili che s’avventano: Villani che dipinge!… e molti pittori compaesani, inetti o in mala fede, che continuano a maltrattare il collega non socio al Circolo Artistico.
Ah! come sarebbe più giusto che si cavassero i cappelli in questa mostra! Come sarebbe ora che si vergognassero i fotografi colorati a 100 lire la copia.”
Francesco Cangiullo
“Una mostra così ricca e così varia, piena di luce e di vita ben merita il successo ottenuto.
Oltre cinquanta tele popolano l’ampio salone dell’Unione Giornalisti Napoletani; opere di una finezza tutta propria, interessanti ed originali che hanno richiamato e richiamano tutt’ora l’attenzione del mondo intellettuale Napoletano.
Gennaro Villani, alla distanza di un anno, si ripresenta alla ribalta di una mostra artistica generale, dopo avere in silenzio lavorato con fervore ammirevole.
Vi sono in queste opere le tracce indelebili dell’anima dell’artista, del pensatore che imprime in una linea, in una pennellata, in un tono, ora caldo, ora freddo, la sua tecnica robusta, la sua personale caratteristica.
Ho detto innanzi che Gennaro Villani è un taciturno, è un pensatore, è un instancabile lavoratore; e non a torto ho asserito tanto. Egli è un artista fra i migliori della nostra Napoli, che fugge il rumore assordante della vita e brama soltanto il lavoro, soltanto la quiete!…”
Pietro Montella
Altre opere esposte in galleria:
Un mio ringraziamento speciale va ad Ena Villani, figlia del Maestro e persona eccezionale.