Dopo la mostra evento di Dalisca al Castel dell’Ovo, la galleria Marciano Arte propone alla vendita le opere ancora disponibili
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Dalisca, Partenope in restauro
Partenope in restauro. Il divario arte-conoscenza, nel cui nome il filosofo cardine della tradizione occidentale, Platone, aveva bandito gli artisti dalla sua Repubblica, non è mai esistito. La conoscenza umana ha al contrario radici profondamente immerse nella materia fisica di ogni forma d’arte. Lo stesso Platone, è noto, di nascosto era poeta, cioè “faceva” con le parole immagini di quella bellezza senza la quale non possiamo farci persuasi di nessuna verità. Se in tutto l’Occidente vi è una stessa parola, “poeta”, per indicare l’artigiano principe del linguaggio, è perché in greco il verbo “fare” suona “poiein”.
Con questa importante mostra napoletana Dalisca approda al porto naturale della sua lunga esplorazione artistica, da cui è destinata a salpare ricca di nuovi semi di conoscenza. Per Dalisca la conoscenza non è (come non è mai stata) ascesi e abbandono del mondo fisico. La sua conoscenza artistica non può infatti eludere la materia pesante di cui siamo composti, che è nostro sangue, che è il libro vivente del nostro DNA. Al contrario, Dalisca è una rabdomante, è un’antica sibilla che dissotterra e dà alla luce creature vive dormienti sotto una coltre polverosa di tempo e di oblio.
Dai quattro elementi primordiali, dall’acqua, dal fuoco, dall’aria, dalla terra, Dalisca trae le sue opere. E ad ogni nuova nascita, non per magia ma per necessità vitale, l’atto conoscitivo sposato alla materia ritorna vergine. In grazia di questa prodigiosa verginità, ogni volta che riconosciamo un oggetto d’arte facciamo esperienza dell’origine, del luogo intatto dove da bambini, o forse addirittura prima della nascita, abbiamo conosciuto lo stupore e il sollievo della bellezza che ci viene incontro, che si offre al nostro desiderio nuda e spontanea.
Il luogo propizio a tanto miracolo è questo. Questa è la città di Dalisca. In questo luogo ogni anno, se Dio lo vuole, torna vivo il sangue del Santo Martire che per la sua città passa da morte a vita, da pietra a vivente carità. Qui siamo al cospetto dell’eterna vergine Partenope che vive di acqua, di fuoco, di aria, di terra. Non solo: la soglia dell’antico palazzo napoletano che abbiamo appena varcato è di per sé un segno. Solo perché vi siamo entrati noi siamo, qui e ora, nello spazio immortale dell’archetipo immortale più potente, l’Uovo.
Siamo dunque nella condizione esistenziale più propizia ad intraprendere il cammino conoscitivo che le opere di Dalisca dispongono per noi, dall’acqua alla terra su cui alcune di esse giacciono in un tenero naufragio. Ci possono fare da viatico, allora, le parole di un antico filosofo medievale, “Aqua est oculus”. L’acqua è occhio. Attraverso l’acqua su cui riposa l’antica sirena Partenope noi possiamo infatti vedere con un nuovo occhio, quello dell’anima che si fa specchio della bellezza eternamente vera, eternamente vergine.
Grazia Spampinato
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Le Terrecotte
“Ogni forma specifica è un assassino di altre visioni”. Questa proposizione enuncia il carattere dialettico di ogni lavoro formale, vale a dire di ogni scomposizione operata dalla forma su se stessa.
Dalisca
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Le Grafiche
Ciascuna opera grafica è stata realizzata con la tecnica della serigrafia e ha una tiratura minima di soli 10 esemplari numerati, con titolo e firma autografa dell’artista posti a matita. Le grafiche (come anche le terrecotte) sono pubblicate sul catalogo della mostra “Dalisca. Partenope in restauro” che sarà dato vicino alle opere vendute. Eccezionalmente per chi prenota on-line dal nostro sito la richiesta per ogni foglio è di 100 euro.
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