Di Admin (del 07/10/2009 @ 13:18:18, in dBlog, linkato 2988 volte)
{autore=zollo giuseppe}
L'artista napoletano Giuseppe Zollo, in permanenza da Marciano Artegalleria, è in copertina sulla rivista specializzata "è:ikon", trimestrale d'arte, e all'interno, a pagina 9, vi è un bellissimo articolo di Monica Martins. La giornalista ne presenta alcuni dipinti, una poesia e nella sua recensione intitolata "Tutti i sensi", definisce Giuseppe Zollo come artista "romantico informale", che per me racchiude in due parole l'essenza della sua arte.
Solitamente per presepe si intende la ricostruzione tradizionale della natività di Gesù Cristo durante il periodo natalizio. I presepi di Marciano Antonio sono delle vere e proprie opere d'arte da esporre tutto l'anno. Caratteristiche dei suoi presepi sono: 1) la scelta scenografica mai banale, sempre inedita e degna ricostruzione di ricercate architetture; 2) la cura del dettaglio, ogni centimetro quadrato lavorato con precisione quasi iper-realista; 3) la visuale a 360 gradi, il presepe va ammirato in ogni sua angolazione, fronte, lati, retro; 4) la scelta delle materie prime, quasi sempre preziose come corallo, turchese, madreperla, oro, argento, ecc
Nella nostra galleria si possono ammirare tre presepi dell'artista.
1) Natività eseguita nel 2004. In questo presepe, per la scena sono stati usati: turchese, madreperla, argento e pietra lava del Vesuvio; i pastori, invece sono in pasta di turchese. Il presepe è sotto campana di vetro con base circolare di diametro 18 cm e altezza 32 cm.
2) Presepe eseguito nel 2009 con legno, ottone su base ovale sotto campana di vetro. 60 x 40 x 28 cm. Qui lo vediamo in tre foto: fronte, retro e lato sinistro.
3) Presepe di corallo eseguito nel 2007. In questo presepe, per la scena sono stati usati: corallo rosso, corallo bianco, corallo rosato, oro, ottone, pietra lava del Vesuvio su una base di oro zecchino del XIX sec; i pastori, invece sono in corallo e vestiti con accessori in oro, rubini e tartaruga. Misura 42 x 59 x 36 cm. Qui lo vediamo in 2 foto.
Diplomatosi in incisione presso l’Istituto d’Arte, Antonio Marciano ha collaborato con i più importanti laboratori di lavorazione del corallo di Torre del Greco. Nel 1996 è il presidente della commissione del concorso “Presepe in famiglia”, organizzata dall’associazione culturale “Il Perseo” il cui presidente è Ciro Adrian Ciavolino. Tra la fine del 1999 e l’inizio del 2000 partecipa alla mostra “Città d’arte e artigianato” a Villa del Cardinale sempre a Torre del Greco. Un anno dopo espone a Frattamaggiore, alla “IV Mostra dell’arte presepiale” organizzata dall’associazione nazionale “Amici del presepe”. Ancora, tra il 2003 e il 2004 prende parte alla mostra del presepe di San Giorgio a Cremano presso Villa Bruno. I suoi presepi sono delle vere e proprie opere d’arte, la cui lavorazione è arricchita spesso da materie e pietre preziose come il corallo, il turchese, la madreperla, l’oro, l’argento, ecc.
La collezioneMarciano Arte si arricchisce di cinque antichi pastori napoletani: il Mandraro, il Caratterista, la Madonna, San Giuseppe, Santa Maria Francesca delle cinque piaghe (?).
1. Mandraro: '700 Napoletano. Arti in legno, abiti del secolo XIX. Altezza 48 cm
2. Caratterista: '800 Napoletano. Arti in terracotta, viso policromato. Rivestito. Manca di un dito. Altezza 35 cm
3. Madonna: fine '700 inizio '800 Napoletano. Arti in legno, abiti coevi, stellario d'argento dorato coevo. Altezza 35 cm
4. San Giuseppe: metà '800 Napoletano. Arti in legno, viso di terracotta policroma, abiti di seta coeva. Altezza 33 cm
3. 4. La Sacra Famiglia, mancante del Bambino Gesù è poggiata su una base di legno ovale del secolo XIX
5. Santa Maria Francesca delle cinque piaghe (?) (o Monaca Santa di Vico 3 Re a Toledo): fine '700 inizio '800. Arti in legno, vestito e ornamenti coevi. Altezza 39 cm
Noi di MARCIANO ARTE appoggiamo l'associazione ALMA MUNDI perché conosciamo direttamente questo gruppo di persone e abbiamo potuto constatare il loro quotidiano e concreto impegno. Speriamo tu possa fare come noi con una piccola donazione o cedendo loro il tuo 5 per 1000. Di seguito la loro presentazione: "Siamo un gruppo di persone che condividono un sogno, un ideale, quello di lottare contro l'indifferenza sempre più diffusa e generalizzata ad ogni livello e senza più alcuna distinzione. Persone che hanno deciso di rinunciare ad una piccola parte del loro egoismo, dedicando qualcosa del loro tempo e delle risorse per un progetto sano e umanitario. Aiutare gli altri a crescere, a sorridere, perché pensiamo che crescere da soli mentre intorno a noi, altri uomini si umiliano, tra degrado, sofferenza e indifferenza sia una perdita per l'intera umanità. Perché pensiamo che crescere i nostri figli, in un mondo di miseria e di squallore non sia progresso e non sia civiltà. Perché pensiamo che non vi è alcun merito nel godere di una vita di agi e ricchezza, resistendo compassati e indifferenti innanzi alle lacrime e all'ingiustizia". Per ogni tua liberalità e donazione: Associazione Alma Mundi O.N.L.U.S. C.F. 95074960634 Via A. Scarlatti n. 209/G - 80127 - Napoli - Italy - Tel/pbx +39/081.5585028 Coordinate bancarie dell'associazione: CREDEM AG. 9 - NAPOLI/ ABI 03032 - CAB 03413 - C/C N. 3563 - O.N.L.U.S. ALMA MUNDI. www.almamundi.it
Allievo di tre grandi maestri, Esposito, Volpe e Cammarano, Gennaro Villani ha insegnato pittura prima all’Accademia di Belle Arti di Lucca e poi a quella di Napoli. A Villani non è mancato neppure un proficuo soggiorno a Parigi, nel quale ha modo di affinare non poco le sue doti di colorista sensibile e raffinato. Questo senza mai venir meno al richiamo del paesaggio e della luce di Napoli, alla cui rappresentazione dedicherà il meglio della sua attività.
Dopo essersi inizialmente rifatto alla maniera del proprio maestro Antonino Leto (che gli mediò anche il quasi esclusivo amore per l'isola di Capri), Felice Giordano si conquistò una propria cifra espressiva, con riferimenti da Pratella a Irolli. Firma assai ricercata a Napoli e anche sul mercato nazionale, dove le sue impegnative prove paesistiche (Capri, Napoli, Venezia, Parigi, e l'Umbria), le nature morte marinare di spigole, cozze e polpi, incontrano piacevole assorbimento a prezzi compresi tra i 2.000 e i 7.000 euro; possono superarli i quadri di maggiore impegno: soprattutto alcuni animati, vivaci, vibranti notturni urbani, tra le cose più tipiche ed efficaci della sua produzione.
Il fatto che spesso un’opera venga indicata indifferentemente come gouache o tempera non deve essere oggetto di meraviglia o scandalo, perché con la prima definizione si suole indicare soltanto una variante della pittura a tempera. La tecnica della pittura a tempera consiste nello sciogliere nell’acqua invece che nell’olio i colori ricavati dalla macinazione di alcune terre, e nel farli agglutinare mediante l’aggiunta di colle di origine animale. Si adotta la tecnica del guazzo quando al posto delle colle di origine animale vengono usate alcune varietà di gomme, quali quella arabica o la gomma-lacca. La suddetta distinzione potrà risultare grossolana anche perché ogni pittore aveva una sua ricetta, ora aggiungendo del miele, ora del bianco d’uovo o del lattice di fico ai componenti di base.
Per Scuola di Posillipo si intende un gruppo costituito da vedutisti e paesisti, in gran parte allievi dell’olandese Antonio Pitloo, che nel terzo decennio dell’Ottocento si riunirono a Posillipo dove, con deliberato rifiuto dei canoni accademici della pittura neoclassica, instaurarono la consuetudine della pittura all’aria aperta, a diretto contatto con la natura, e dipinsero quadri caratterizzati da notevole freschezza e vivacità. Del gruppo fecero parte: Luigi e Salvatore Fergola, Raffaele Carelli, Achille Vinelli, Gabriele Smargiassi, Teodoro Duclére e Consalvo Carelli, ma la personalità dominante fu Giacinto Gigante che, con le sue interpretazioni liriche e soggettive del paesaggio, segnò il passaggio dalla veduta documentario-topografica a quella “poetica”.
Di Admin (del 27/01/2010 @ 11:07:16, in Arte News, linkato 1552 volte)
1) Nasce la rubrica “Il quadro della settimana”. Qui Marciano Arte ogni settimana circa proporrà la novità della galleria, presentando ai propri affezionati visitatori l’opera inedita della sua collezione in vendita.
3) Il sito imaginepaolo.com invita a votare il sito più interessante tra quelli proposti. Se vuoi votare marcianoarte.com trovi il bannerino “Vote for me” in alto a sinistra nella nostra homepage, oppure cliccando qui. Grazie
Di Admin (del 27/01/2010 @ 19:15:24, in Arte News, linkato 3884 volte)
{autore=biondi nicola}
Autore: NICOLA BIONDI (1866 - 1929) Titolo: LA TROTTOLA Tecnica e superficie: OLIO SU TELA Dimensioni: 25,5 x 32,5 cm
L'opera è firmata N. Biondi in basso a destra. Un'opera simile dal titolo "La trottola" è pubblicata in bianco e nero a pagina 23 sulla monografia "L'arte di Nicola Biondi" di Alfredo Schettini edizione Editorialtipo, Roma 1971.
Alieno al formalismo accademico imperante all'epoca, ma non indifferente alle esperienze delle scuole napoletane di Posillipo e Resina, disegnò,dipinse, sperimentò senza tregua e con ogni tecnica, olio, carboncino, seppie, tempera, pastello, rappresentando quella natura tanto amata, la figura umana, i bambini, in chiara e vigorosa espressione naturalistico - impressionista.
Esordì giovanissimo nel 1883 alla Promotrice di Belle Arti Salvator Rosa. Una sua opera, "l'ora del pasto" nell' '85 fu acquistata dal Re Umberto I, ed un'altra "Bacco fanciullo" fu premiata al Salone di Parigi. Le "Ombre cinesi" presentata nel 1906 alla Mostra internazionale d'arte di Milano fu acquistata dal Bey del Cairo. Partecipò con successo alle maggiori rassegne in Italia ed all'estero, Parigi, Pietroburgo, Monaco. Grande rilievo ebbero la retrospettiva personale dell'aprile 1930, del 1943 a Roma, insieme al figlio Paolo ed ancora a Roma nel 1971 unitamente a Pietro Scoppetta. Presente, con inalterato consenso, alla Mostra dell'arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia, Roma, palazzo delle Esposizioni, 1953, della pittura napoletana del secondo ottocento, Napoli, 1958 ed altre.
Schivo, eppur compagno di noti artisti coevi, Casciaro, Pratella, con essi dal suo eremo al Vomero inseguì disperatamente quel verde, quei colori, quella luce che la dilagante urbanizzazione andava travolgendo. Visse d'arte, partecipò con successo alle più importanti Rassegne dell'epoca. Sue opere adornano il Salone dellaBanca d'Italia di Campobasso ed, insieme ai più famosi Maestri dell'epoca, le sale del Caffè Gambrinus di Napoli. Numerosi i riconoscimenti, ad onta della sua ritrosia, ultimo la cattedra di pittura dell'accademia di BB.AA di Napoli, cui solo la morte oppose remora....
Pittore a ponte fra le spinte di rinnovamento e i richiami della tradizione, Mario Cortiello ha provato a conciliare queste opposte tensioni, riuscendo spesso a risolverle felicemente. Dotato di fertile invenzione e di notevole capacità rappresentativa, ha lasciato una produzione ricca e varia. “Tra appunti cromatici e narrazioni fantastiche Mario Cortiello raggiunge un surrealismo chagalliano che spesso va al di là di ogni pittorica immaginazione per approdare a quelle favole mediterranee, a quel mondo già nostro vissuto tra mito e leggenda”. (Salvatore Di Bartolomeo)
“Tutti i quadri di Cortiello raccontano fasti, storie e miraggi della immortale maschera del teatro dell’arte (Pulcinella). E non si tratta del contaminato e snervato Pulcinella ottocentesco, bensì del Pulcinella classica capocomica di un balletto sull’orifizio di un inferno, personificazione della fame, spirito esplosivo a livello istintivo, di una grandiosa amoralità. Sulle fantastiche, movimentatissime, persino forsennate scene di Cortiello, egli non compare da solo ma in compagnia di innumerevoli scatenati gemelli a cui per la verità mancano l’abiezione, il servilismo e la grassa volgarità dei progenitori secenteschi. E infatti i suoi dipinti esprimono una grande libertà di spirito, una gloriosa carica di fantasia, un fondo di complessivo ottimismo. Proprio tutto ottimismo? No. Queste pazze sagre, raccontate da un pennello guizzante ed estroso, sono troppo trionfali e felici per poter essere vere o quanto meno accessibili a un possibile sogno”. (Dino Buzzati)