"Oltre gli schemi ?" - Ilario Giro e Vincenzo Vavuso in mostra a Villa Bruno. San Giorgio a Cremano, 4 - 20 novembre
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ILARIO GIRO
Nell’osservare con attenzione le opere di Ilario Giro viene spontaneo domandarsi chi sia l’uomo che vi si nasconde internamente, chi sia colui che le pensa e le immagina prima di trasformarle in opere d’arte. Dunque, nel momento in cui si conosce l’autore, e si ha modo di dialogare con lui, il suo mondo si rivela all’istante. Approssimativo è pensare di incontrare un uomo che semplicemente trasporta sulla tela le sue passioni. Si intuisce fin da subito che nei suoi lavori c’è molto di più. Dopo un periodo legato al figurativo, la sua espressione pittorica è approdata a forme astratte libere da costrizioni formali; nelle sue opere, infatti, esplodono forme e colori, o meglio idee, che creano con il fruitore una fitta rete di scambi, una concentrazione dei concetti che dominano l’esistenza di ogni essere umano: la gioia e il dolore, la luce e il buio, la pace e la guerra, la vita e la morte. Nel suo lavoro sperimenta tecniche e materiali con vivace spirito creativo, il cui risultato punta essenzialmente a materializzare sulla tela ciò che l’animo sente. Maggior consistenza a tali principi può darla, inoltre, la scelta di materiali per lo più di derivazione naturale, come sabbia, terra, sale, etc. che conferiscono al pigmento un ispessimento robusto e pregnante; difatti la materia cromatica non si presenta come un’ entità statica, ma come una dimensione attiva, vibrante, che nessuno schema o configurazione può delimitare o confinare. Nella realizzazione delle sue opere il gesto è fulmineo, il valore del segno e il senso materico - di forte impatto visivo - sono elementi essenziali della sua arte; nella sua creazione si affida sì all’istinto e alle sue emozioni, attraverso l’azione, ma dimostra comunque di condurre l’impulso creativo verso una manifestazione tutt’altro che casuale. Ciononostante l’opera d’arte per il nostro artista non è una merce, ma il prodotto di un concetto che produce opere che non solo raccontano dell’artista e del suo mondo interiore, ma nel contempo raccontano di noi e del mondo attuale. Il senso di solitudine dell’individuo e la crisi esistenziale, unita a quella dello smarrimento di valori – il lavoro, la cultura, la solidarietà, la lealtà, per citarne alcuni – sono sensazioni che accomunano l’uomo contemporaneo; ed è per questo che nella sua pittura vi è una costante “ansia” di ricostruzione, fondata sulla necessità di valori morali. Le opere di Giro non si svelano completamente all’occhio dell’osservatore, ma lasciano la possibilità di immergersi nelle dense e fitte pennellate, nelle innumerevoli macchie di colore. Pittura semplice, ma ricca di significati. Egli scava nelle profondità del nostro mondo interiore, liberandolo della sua fredda apparenza, dal suo essere troppo materiale. Pertanto l’artista, attraverso il suo linguaggio pittorico, raggiunge sempre l’obiettivo di comunicare e generare emozioni, e non è forse questo il principale obiettivo dell’Arte? Immacolata Marino
VINCENZO VAVUSO
Impulsi incontenibili. Trasporto, sperimentazione, caparbietà: sono le ragioni principali, congiunte all’amore per l’arte, che hanno spinto Vincenzo Vavuso (Caserta, 1972) a cimentarsi nella pittura che ad un certo momento si è imposta nella sua vita come necessità inarrestabile, come mezzo per liberare gli impulsi incontenibili di una creatività irrefrenabile. Dovendo “confrontarci” con un’opera di Vavuso, non si percepisce al primo colpo d’occhio se di fronte si ha un invito concreto alla costruzione oppure alla scomposizione di un’immagine. La verità è che nelle sue opere si avverte il grido di una coscienza tormentata, ogni cosa è in movimento e in relazione con le altre, in una simultaneità globale e dinamica. L’autore ci dona onde vitali di cromie, tempeste dense di segni che, nell’impeto istintivo dell’azione pittorica, riportano alla memoria pratiche informali; ma sembra usare quel linguaggio non per evidenziare le forme della materia pittorica, bensì per comunicare una sorta di caos contemporaneo in cui l’uomo si trova immerso. La sua pittura esprime, infatti, in modo pregnante i suoi stati d’animo, le sue emozioni. Tema dominante è quello esistenziale; in alcune opere, per esempio, si evince un senso di rabbia che nasce dall’intolleranza verso l’egoismo umano. Il fruitore e l’opera si incontrano in un’unica dimensione che si nutre del dialogo tra l’emozione di chi osserva e dell’artista che crea. Chi guarda i suoi quadri è, infatti, parte attiva e integrante dell’opera stessa, ne viene coinvolto, entra nella visione di un altro uomo e la fa sua, aggiungendo ulteriori significati emotivi. Da un punto di vista pratico la potenza espressiva di questo artista si esprime mediante una tecnica che utilizza campiture ampie e spaziose, e che talvolta “deforma” adoperando il colore in maniera materica, come fosse sostanza viva e pulsante da far gocciolare, da stendere con la spatola, da graffiare, da comprimere. Estremamente decisivi, sensibilmente attivi nella genesi delle forme, sono i mezzi espressivi, i materiali fisici, di questa pittura. Ai colori ad olio si aggiungono frammenti, segature, sabbia, gesso, terra, cera, etc., anche usati talvolta, non solo per dare matericità, ma come elemento di rottura, di dissonanza. È una pittura d’istinto – potremmo dire così – ma è anche una pittura attenta e studiata, quella in cui l’artista dimostra di saper gestire le proprie emozioni per indirizzare il gesto pittorico verso la formazione di un concetto tutt’altro che affidato alla casualità esecutiva. Pittura non di rappresentazione, ma suscitatrice di emozioni: così potrebbe essere descritta in sintesi l’arte di Vincenzo Vavuso. Immacolata Marino
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