Di Admin (del 30/06/2009 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 18911 volte)
{autore=laricchia vincenzo}
Marina 70x100 cm olio su tela 2011
Dopo aver visionato l'ultima produzione artistica di Vincenzo Laricchia non poteva non nascere una collaborazione tra Laricchia e Marciano Artegalleria, tale è stato l'effetto positivo che ha prodotto in noi. L'esperienza e la maturità artistica raggiunta, fanno del pittore napoletano uno dei più raffinati paesaggisti degli ultimi anni. Una vita dedicata alla pittura e alla continua ricerca l’hanno portato ad una qualità tale da essere ambito da tanti galleristi e collezionisti. La sua è una pura passione anzi una necessità, quasi un bisogno primario quale mangiare, dormire... in ciò si evidenzia l'artista, e tale è Vincenzo Laricchiapittore e collezionista. Immancabilmente lo troviamo nel suo studio a dipingere. Non conosce orari, domeniche o festività: la pittura è la sua vita. Entrando nello studio si nota una tela accennata sul cavalletto, i tubetti di colore e i pennelli, poi la pulizia e l’ordine, fatto inconsueto per uno studio d’artista! Alle pareti i suoi quadri insieme a quelli dei suoi massimi ispiratori: Migliaro, Casciaro, Irolli, Petruolo, Panza, Bresciani, White e tanti altri. Tutti artisti che come lui hanno basato la propria fama sui colori. Tra le caratteristiche della pittura di Vincenzo Laricchia infatti vi è l’uso di una tavolozza dove il colore è protagonista assoluto per quantità e qualità, e la capacità di cogliere sempre l’inquadratura di maggiore bellezza del paesaggio. Nessuno come lui riesce a portare sulla tela le mille sfumature e i mille riflessi dell’acqua che quasi vivono di una luce propria: il modo in cui sa raccontarci la trasparenza del mare limpido, o la luce del sole che filtra attraverso la cresta di un’onda, ci spingono a definire Laricchia come il "pittore del mare". Salvatore Marciano
Allievo di tre grandi maestri, Esposito, Volpe e Cammarano, Gennaro Villani ha insegnato pittura prima all’Accademia di Belle Arti di Lucca e poi a quella di Napoli. A Villani non è mancato neppure un proficuo soggiorno a Parigi, nel quale ha modo di affinare non poco le sue doti di colorista sensibile e raffinato. Questo senza mai venir meno al richiamo del paesaggio e della luce di Napoli, alla cui rappresentazione dedicherà il meglio della sua attività.
Dopo essersi inizialmente rifatto alla maniera del proprio maestro Antonino Leto (che gli mediò anche il quasi esclusivo amore per l'isola di Capri), Felice Giordano si conquistò una propria cifra espressiva, con riferimenti da Pratella a Irolli. Firma assai ricercata a Napoli e anche sul mercato nazionale, dove le sue impegnative prove paesistiche (Capri, Napoli, Venezia, Parigi, e l'Umbria), le nature morte marinare di spigole, cozze e polpi, incontrano piacevole assorbimento a prezzi compresi tra i 2.000 e i 7.000 euro; possono superarli i quadri di maggiore impegno: soprattutto alcuni animati, vivaci, vibranti notturni urbani, tra le cose più tipiche ed efficaci della sua produzione.
Il fatto che spesso un’opera venga indicata indifferentemente come gouache o tempera non deve essere oggetto di meraviglia o scandalo, perché con la prima definizione si suole indicare soltanto una variante della pittura a tempera. La tecnica della pittura a tempera consiste nello sciogliere nell’acqua invece che nell’olio i colori ricavati dalla macinazione di alcune terre, e nel farli agglutinare mediante l’aggiunta di colle di origine animale. Si adotta la tecnica del guazzo quando al posto delle colle di origine animale vengono usate alcune varietà di gomme, quali quella arabica o la gomma-lacca. La suddetta distinzione potrà risultare grossolana anche perché ogni pittore aveva una sua ricetta, ora aggiungendo del miele, ora del bianco d’uovo o del lattice di fico ai componenti di base.
Per Scuola di Posillipo si intende un gruppo costituito da vedutisti e paesisti, in gran parte allievi dell’olandese Antonio Pitloo, che nel terzo decennio dell’Ottocento si riunirono a Posillipo dove, con deliberato rifiuto dei canoni accademici della pittura neoclassica, instaurarono la consuetudine della pittura all’aria aperta, a diretto contatto con la natura, e dipinsero quadri caratterizzati da notevole freschezza e vivacità. Del gruppo fecero parte: Luigi e Salvatore Fergola, Raffaele Carelli, Achille Vinelli, Gabriele Smargiassi, Teodoro Duclére e Consalvo Carelli, ma la personalità dominante fu Giacinto Gigante che, con le sue interpretazioni liriche e soggettive del paesaggio, segnò il passaggio dalla veduta documentario-topografica a quella “poetica”.
Di Admin (del 27/01/2010 @ 11:07:16, in Arte News, linkato 1552 volte)
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