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Le opere dell'autore

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Gennaro Villani (Napoli, 1885 – 1948)



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 GENNARO VILLANI   Titolo: VENEZIANA   Olio su cartone, 51,5 x 34,5 cm

Affascinante e significativa opera di Gennaro Villani, tanto da essere pubblicata a pagina 371 de "Il valore dei dipinti dell'Ottocento e del primo Novecento" del 1999 - 2000 edito da Umberto Allemandi & C. di Torino. L'opera è firmata "G. Villani" in basso a destra e riporta il titolo "Veneziana" a tergo.

Frequentò l’Istituto di Belle Arti di Napoli, allievo di Cammarano, da cui derivò il robusto impianto disegnativo che interpretò prima con gusto tonale e poi con inflessioni postimpressioniste dal denso colore. I dipinti di genere di soggetto napoletano, le figure, le marine e i paesaggi del Villani interessano le aree di collezionismo partenopeo sensibili alla pittura di derivazione ottocentesca. I prezzi sono normalmente compresi in un arco dai due ai cinque milioni, a seconda di dimensioni, qualità e soggetto dei dipinti, con punte superiori per gli oli di notevole impegno o di particolarissimo interesse topografico.

(Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento. X edizione, 1992 – 1993. Umberto Allemandi & C. Editore)


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 GENNARO VILLANI   Titolo: ASSUNTA   Olio su tela, 36 x 29 cm del 1915

Bellissima opera di Gennaro Villani di inizio secolo. Il dipinto ritrae Assunta, la sorella minore del grande maestro napoletano. Nata da seconde nozze dopo che la mamma Filomena rimase vedova del primo marito padre di Gennaro. Assunta diventerà poi suor Maria Egidia a Pompei. Di alta qualità pittorica. L'artista, con forza e delicatezza allo stesso tempo, riesce a farci entrare nella melanconia della giovane attraverso i suoi grandi occhi. La tela applicata su cartone è firmata e datata in basso a destra G. Villani 1915.

All'Istituto di Belle Arti di Napoli Gennaro Villani fu, con Viti e Crisconio, tra i migliori allievi di Michele Cammarano: da quel grande maestro, burbero e solitario, apprese il disegno — che è il fondamento della pittura —, lo studio del vero, la maniera sobria dell'impianto chiaroscurale. E fu caro anche a Gaetano Esposito, col quale ebbe una spirituale affinità nel «sentire» la pittura sopratutto come stato d'animo. A partire dal 1904 — quando iniziò a partecipare alle Promotrici napoletane — e per un quarantennio Villani fu costantemente presente alle più significative manifestazioni d'arte italiane e straniere: Roma, Torino, Rimini, Firenze, Parigi, Monaco di Baviera, Milano, Venezia, Bruxelles, Santiago, Barcellona; nel 1909 fu tra i promotori della prima Esposizione giovanile d'arte di Napoli (collegata al movimento «secessionista», confluito poi parzialmente nel futurismo); nel 1920 succedeva ad Alceste Campriani sulla cattedra di pittura all'Accademia di Belle Arti di Lucca. In precedenza aveva dimorato alcuni anni a Parigi, ove la lezione impressionista se vivacizzò in qualche modo il suo colore non alterò la sua sensibilità cromatica né attinse l'impianto realistico attraverso il quale da tempo era andata caratterizzandosi la sua fisionomia pittorica. Come era accaduto a Casciaro, a Ragione, a Scoppetta, egli trovò sulle rive della Senna un'atmosfera consona al suo spirito — formatosi nel clima di Giacinto Gigante, antesignano dell'impressione e della macchia — e motivi ispiratori capaci di arricchire la sua esperienza e dargli nuove emozioni. E del resto, se nel 1914 non avesse dovuto interrompere la sua permanenza in Francia per lo scoppio del conflitto mondiale, Villani avrebbe già visto schiudersi un avvenire di lavoro intenso e proficuo; già allora stentava a soddisfare le richieste di Montmartre, di Moulin Rouge, di Moulin de la Gallette che quotidianamente gli pervenivano dai mercanti parigini. L'ordito dei suoi dipinti era quello di un impressionismo palpabile, nutrito di esperienze dirette, talvolta acceso e crepitante. Nei suoi paesaggi il sole giocava sugli alberi, sulle case, sulle colline, sul mare, sotto le pergole e sulle tovaglie, sui bicchieri; giocava sull'allegria dell'estate e sulla malinconia dell'autunno. Egli fu il pittore delle armonie velate delle giornate di pioggia; colse la poesia fuggente del mare su cui fluttua l'ombra arabescata delle barche. Notava Roberto Bracco scrivendo di Villani: «Egli ha la capacità dell'estro improvviso e quella della riflessione, ha la facoltà dell'abbozzo rapido e sintetico, del segno pronto e definitivo, dell'accenno lieve e pur vivido ed essenziale, e ha l'opposta facoltà della elaborazione, della finitezza, della compiutezza; estensibile fino alle più delicate sfumature, alle più sottili intenzioni».

(Alfredo Schettini – Cento Pittori Napoletani – So.Gra.Me. Napoli, 1978)


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 GENNARO VILLANI   Titolo: NOCERA INFERIORE   Olio su cartone, 28 x 35 cm del 1937

Gennaro Villani non di rado si recava a Nocera Inferiore dove risiedevano alcuni cugini più anziani, anch'essi con cognome Villani. Il dipinto raffigura uno scorcio del paese eseguito con grande maestria e sintesi. Villani, vero padrone della materia, sfrutta in diversi punti il colore del cartone di supporto e con poche ma decise pennellate, dipinge il paesaggio preso dal vero. Il cartone è firmato a matita in basso a destra G. Villani. A tergo titolo e anno: Nocera Inf. 20 sett. 1937

Un ringraziamento particolare a Ena Villani, artista e figlia del maestro



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Di Admin (del 13/12/2013 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 4229 volte)