Note descrittive:
Simona Barucco: “Le opere di Giustino Calibč si compongono di stratificazioni dolorose e di magiche suggestioni. Il ricordo č improvvisamente presenza nel respiro greve del colore marcio che naviga faticosamente su superfici trattate come immensi cretti, dove la sabbia vesuviana č strato e substrato di una dimensione sospesa tra tempo e spazio. Come arricchita dalle tonalitŕ pure del colore, la fredda e antica sabbia vesuviana si trasforma in lava bollente ed esplosiva. L’alternarsi di strutture geometriche sottili ed intersecanti contrasta con la ruvida e penetrante superficie del supporto, la quale segna concretamente ogni interpretazione soggettiva. Lunghe lacerazioni orizzontali attraversano le tele. Dinamismi verticali e grandi occhi individuano il vero bersaglio dell’attenzione in una tessitura graffiata sottilmente. All’interno di questa lacerazione si avverte la forza aggressiva di una natura mai domata, la stessa natura emotiva che a stento Calibč riesce a contenere in se stesso: questa forza inespressa costringe l’artista a modificare continuamente la propria cifra stilistica perché il suo č un lavoro sugli elementi primari, č un lavoro sulle origini della terra come materia in continua evoluzione….”.
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Atre opere:
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