Note descrittive:
Nel 1927 entra in contatto con Fillia e altri futuristi torinesi, con i quali espone alla Mostra Internazionale di Torino del 1928. L’anno successivo inizia la partecipazione sistematica alle mostre del gruppo futurista. Dal 1929 al 1933 è spesso a Parigi, entrando in rapporto con Léger, Zadkine, Kandinskij, Prampolini, ecc. Nel 1932 e nel 1936 è alla Biennale di Venezia, mentre si fanno più sporadici i contatti con il gruppo futurista.
L'artista torinese, dal 1969 al 1971, ha adoperato la tecnica della pittura ad encausto. La pittura ad encausto è molto rara e rarissime ne sono le opere sul mercato. Il colore viene mescolato alla cera fusa e passato col pennello o altro strumento sul supporto, per lo più rigido. È una tecnica molto particolare che veniva usata in antica Grecia per dipingere affreschi e proteggerli in tal modo dal caldo e dall’acqua specialmente. Tale tecnica “misteriosa” e laboriosa, è stata abbandonata per secoli, e riproposta con gran successo da Pippo Oriani.
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Atre opere:
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