In Galleria abbiamo 165 opere d'arte suddivise in 165 pagine. Guarda tutti i quadri.
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Note descrittive:
Carmine Di Ruggiero nasce a Napoli nel 1934. Viene “iniziato” all’arte giovanissimo. Nel 1958 sì diploma all’Accademia di belle arti di Napoli. È nella fucina del grande maestro Emilio Notte, che Carmine forgerà la tempra, su cui passeranno oltre cinquant’anni di pittura. Incomincia ad esporre dal 1952. Una prima fase di lavori avrà come soggetto paesaggi e nature morte. Incomincia ad avanzare, nella prima metà degli anni cinquanta, l’esperienza informale. L’informale diventa il denominatore comune di molti giovani artisti - non solo napoletani - le tele di questi anni hanno un potenziale materico impressionante, ma sempre rimane la traccia dell’oggetto. È una pittura in cui la materia rende la “figurazione”, astratta, attraverso un graduale processo di disgregazione. Appartengono a questo periodo opere come: Crocifissione (1957), L’urlatore (1959) fino ad arrivare a resti di una città convulsa del 1962. Lungo l’arco di tempo che parte dagli anni cinquanta fino alla fine degli anni sessanta l’attività espositiva di Carmine Di Ruggiero diventa frenetica; non mancano i riconoscimenti da parte della critica più attenta. Nel 1963 vince ex-aequo il premio “Michetti”, sempre nello stesso anno gli viene attribuito il premio nazionale di pittura alla V “Biennale dei paesi del mediterraneo”, di Alessandria d’Egitto. Il 1964 è l’anno della XXXII Biennale Internazionale di Venezia, la quale gli assicura un posto di primo piano nel panorama dell’arte internazionale. Sue opere, infatti, figurano in musei stranieri: Galleria d’arte moderna Bakù, Urss, Kunsthaus, Vienna. Gli anni settanta volgono l’artista verso un nuovo corso espressivo. Nel ‘76 insieme a Renato Barisani, Gianni De Tora, Alfredo Riccini, Ernesto Tatafiore, Giuseppe Testa e Riccardo Trapani, Di Ruggiero dà vita al Gruppo Geometria e Ricerca, sulla stessa linea del MAC, il gruppo napoletano pone le basi di un nuovo approccio all’opera d’arte: “arte come ricerca, l’idea che la pratica dell’arte è un fare e il fare è un formare. Un formare che si legge in quella pagina di poetica, perché arte concreta, che è un impegno morale, coscienza d’essere nella realtà, dunque agire. Ancora è il formare, l’eredità del MAC, a divenire, dopo le avventure e delle sue estenuazioni, il taglio per tornare a pensare all’arte come ricerca dell’informale nel teatro perturbante della vita e i movimenti più recenti dell’arte lungo e dentro i bordi del corpo” (A. Trimarco). Negli anni ottanta si fa avanti in Di Ruggiero, il pungolo della pittura. Un ritorno alla materia e alla poesia, ma soprattutto un’approfondita riflessione sull’informale. Già direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e docente alla cattedra di pittura; nel 1998 è stato direttore presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2005 gli è stato conferito il Premio Sulmona. Oggi Carmine Di Ruggiero è un artista in pensione, continua la sua “ricerca” a San Rocco, dove vive e lavora, “chiuso” all’interno di quel “giardino del silenzio”, ovvero, la splendida villa Faggella. In molti giovani artisti, oggi, ancora forte rimane il ricordo e l’insegnamento di questo grande maestro. (da massiarte.com) |
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