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Autore:

PERNA VINCENZO

N - M:

Napoli, 1958

Titolo:

... nel dubbio fate voi.

Tecnica:

Olio e smalti su tela

Anno:

2004

Misure:

120 x 80 cm

Note descrittive: Si intitola “A me gli occhi” l’ultima mostra pittorica e grafica dell’artista ercolanese Vincenzo Perna. Il pittore, nato a Napoli ma da sempre stanziato ad Ercolano, rappresenta uno dei talenti più promettenti e, al tempo stesso, affermati del panorama culturale vesuviano. Nonostante i suoi soli quarantanove anni, infatti, l’artista può già vantare un passato ricco di premi e riconoscimenti. Giovanissimo, appena dodicenne, inizia la sua carriera, affiancato e incoraggiato dallo zio Ciro Palomba, noto pittore ercolanese, fra gli ultimi rappresentanti della gloriosa Scuola di Resina e tra i fondatori, con Perna e Cangiano, del Centro d’Arte e Cultura “Marco De Gregorio”. Già dagli anni di formazione la sua arte pittorica, segnata sempre da una costante e continua ricerca, si caratterizza per la spiccata “unicità” ed “originalità”. Caratteristiche queste che segnano, ovviamente, anche l’ultima rassegna dell’autore. Alla base di “A me gli occhi” vi è, infatti, proprio l’intento di stupire l’osservatore, cercando di catturarne l’attenzione e, perché no, in taluni casi, anche lo spirito. La rappresentazione, costituita da numerose opere scelte del maestro, prevede una particolare e affascinante suddivisione in cicli, ognuno dei quali catalizzatore di diverse e particolareggiate sensazioni. Si passa infatti dal ciclo “La maschera, la scena, il sogno”, in cui si può ammirare l’opera del ’91 “Certe apparizioni”, raffigurante i volti sereni e sorridenti di Troisi e De Filippo, al ciclo “Capricci”, composto da numerose opere particolari e divertenti, per giungere infine al ciclo “A volte le luci”, che fornisce forse, rispetto agli altri, maggiori possibilità di notare le qualità artistiche dell’autore. Da questa rappresentazione emerge chiara, così, la volontà dell’artista di invitare e provocare gli osservatori ad uno sforzo non solo di lettura, interpretazione e rispecchiamento, ma anche di visione e abbandono contemplativo, al fine di essere avvolti in un alone di bellezza e aprire, in tal modo, alla “trascendenza”, insita nella condizione umana. da http://cittadelmonte.info

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