In Galleria abbiamo 165 opere d'arte suddivise in 165 pagine. Guarda tutti i quadri.
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Note descrittive:
Mimmo Paladino ci ha abituati a grandi dipinti capaci di catalizzare lo sguardo con immagini dotate di un'opulenta ricchezza, dove però i personaggi sembrano vivere una sorta di disagio esistenziale. Immagini che hanno poco a che fare con la realtà e ben di rado ricavate da qualsiasi sfondo particolare di esperienza concreta.
Con i suoi lavori ci invitava ad allenare lo sguardo di fronte a dipinti governati da una evidente vigore formale e cromatico, che spesso sfiorano una certa aggressività nei toni.
Alla fine degli anni '70, l'artista assieme ai compagni della Transavanguardia (Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria) è stato l'artefice di un grande ritorno della pittura, accolta con enorme calore dall'ambiente artistico internazionale che, dopo più di un decennio di arte puramente Concettuale: Performance, Azioni, Happening, assolutamente coinvolgente, ma allo stesso tempo profondamente immateriali, aveva creato non poco scompenso nell'ambito del mercato internazionale. I grandi quadri dei protagonisti della Transavanguardia vennero accolti così con entusiasmo, soprattutto negli Stati Uniti, sia dai galleristi sia da una parte della critica americana.
Mimmo Paladino pittore è quello che abbiamo imparato a conoscere, il più amato, criticato, glamour, ma sempre grande artista. Poi man mano, qualche galleria, ed alcuni musei hanno cominciato a dare spazio ad un'altra parte del suo lavoro, quello grafico e la scultura e ci hanno permesso di scorgerne un suo inedito volto.
Nelle opere scultoree l'opulenta ricchezza del quadro lascia spazio all'essenzialità del gesto, alla purezza della forma, che sembra sconfessare la materialità di un certo modo di concepire la pittura.
E come ci fa notare il curatore della rassegna Enzo di Martino in catalogo "L'opera plastica di Mimmo Paladino, nonostante le apparenze, non ha molto a che fare con la rappresentazione ma tende piuttosto, attraverso i segni che la caratterizzano, ad avere una attenzione mai conclusa" .
Attraverso la scultura l'artista ricerca una dimensione esistenziale autentica, mai forzata che caratterizza da sempre l'unicità dell'opera d'arte.
Paladino scultore sembra quasi volere mettersi in gioco, infatti in diverse occasioni ha scelto di esporre i suoi lavori in luoghi pubblici rinunciando alla perfetta protezione delle pareti del museo o della galleria. Sono opere site specific, capaci di portare avanti un profondo dialogo con il luogo e la gente. Sia che si tratti dei suoi guerrieri, o della maestosità del Cavallo o della impeccabile riservatezza della serie dei Dormienti – splendida l'edizione realizzata per La Fonte delle Fate di Poggibonsi - non possono prescindere dall'evocare "il passato e il mistero ma sono riconoscibili come una metafora della condizione dell'uomo nel nostro tempo". Spiega il curatore.
L'opera grafica ci permette invece di scoprire Paladino narratore, autore di storie, autentiche, di quelle che si ha perfino voglia di raccontare ai bambini. Rimandano a " leggende dell'antichità" o a "fiabe delle sue campagne sannite", difficilmente prescindo dalla sollecitazione letteraria o dalla menzione ai lavori dei maestri del passato. Chi nutriva delle resistenze riguardo Paladino pittore difficilmente riesce a non sentire la magia che rivela le sue opere grafiche. Ma soprattutto alla seduzione delle sue sculture, così solitarie, imperfette, alla costante ricerca di un dialogo con la realtà e con il contesto. (fonte: http://www.ilsole24ore.com) |
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