In Galleria abbiamo 165 opere d'arte suddivise in 165 pagine. Guarda tutti i quadri.
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Note descrittive:
Muovendo da una sollecitazione simbolica e visiva, riflessa nella sensibilità e nella coscienza, Antonio Montano evoca nelle sue immagini suggestive e misteriose forme cellulari, particelle di un mondo microscopico e silenzioso, individuate nel loro dinamismo segreto e vitale. Si tratta di un recupero singolare, che si legge nel duplice aspetto di un diretto contenuto allusivo alla biologia umana e di un linguaggio più estetico, astratto nella pura definizione di forme e di moduli campiti con vigilata eleganza nel tessuto dell’immagine. In entrambi i casi l’artista compie come una ricognizione all’interno di uno spazio risonante e prospettico, per certi aspetti speculare, di cui si sono tracciate in precedenza le coordinate simboliche, ma di cui non si conoscono le variabili emotive e psicologiche, attinte alla fisicità dell’esistenza, ma anche ai suoi ritmi invisibili e indirettamente alle sue implicazioni umane e sociali. L’immagine diventa allora il luogo della ricerca visiva, ma anche psichica e fantastica, consumata in un percorso sperimentale che riguarda il segno, il colore, lo stesso assetto compositivo dell’opera. Sotto questo aspetto Montano si rivela ricercatore attento, capace di modulare il taglio dell’immagine, in relazione ai suoi particolari visivi, affidando l’elaborazione e l’interpretazione dell’opera al suo stesso bisogno di esprimersi e di comunicare. Dunque evocazione e ricerca di senso innestate unitariamente in un fine e coltivato linguaggio, che nel variare e nel progredire della ricerca assume connotati sempre più metaforici, nel multiplo riflesso di spunti estetici, ma anche di suggestioni più interne, citazioni, allusioni, ammiccamenti dell’essere e del sentire. La stessa tecnica viene interpretata come approfondimento della ricerca visiva. La progressiva apertura ad esempio a fondi meno monocromi e più brillanti, variegati nei prospetti di lievi ombreggiature: l’uso di un impasto più materico, il progressivo dissolvimento della forma, in principio netta e definita, in seguito più libera e disinvolta, spesso emergente da un fondo stratificato (di recente l’artista utilizza tecniche miste ed in particolare il collage), divaricano il campo espressivo, che non tradisce l’iniziale spunto metaforico, e però lo complicano, lo rendono più intrigante, grazie anche a multipli e sovrapposti innesti segnici, ritagli di giornale, foto, che registrano una più complessa proiezione psicologica, innervata nel personale spazio percettivo. Sono appunto le ultime opere a registrare il momento di maggiore intensità, coniugando tra l’altro segno libero e fresco e persino gestuale ad un vigilato registro compositivo. Ancora l’attenzione è interamente rivolta all’insieme dell’opera, ma l’immagine si legge a strati, come in cerchi concentrici. Le forme sono pupille dentro le quali ci si specchia e si traguarda il proprio universo interiore. E’ qui che più direttamente, in questa più intricata tramatura si intuisce la partecipazione dell’artista, che supera quell’iniziale impatto puramente visivo, per dichiarare una sua più vibrante e delicata natura poetica. (Giorgio Agnisola) |
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